Pace e poesia ammirando i tramonti Tropeani: il paradiso del visitatore

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Dopo una giornata trascorsa al mare oppure in giro per i più famosi affacci panoramici della costa, come quello del faro di Capo Vaticano, di Piazza Cannone a Tropea e del castello di Pizzo, cosa c’è di più poetico e rilassante che sdraiarsi in terrazza al meriggio ad osservare i colori e i particolari che circondano il proprio appartamento o la propria villetta?

Immergendosi in quella sensazione di pace e relax, lontani dal frastuono e dagli eccessi, protetti nel proprio isolamento e coccolati nella pulizia del proprio resort, ammirando i dintorni del paese, il verde incontaminato delle colline alberate e folte del circondario che sfuma piano piano verso il nero. Tutto questo si scopre possedere un alto grado di poesia e di purezza.

Appena un soffio di vento, le luci morbide delle case in collina e quelle più vivide degli altri villaggi turistici appollaiati lassù, sulle altre colline circondanti Tropea, che appaiono come gemme ripiene di vita e di sensazioni forti, così luccicanti e così distanti. E poi le altre luci, quelle sfocate e confuse di Lamezia Terme in lontananza, oltre il mare, un mare che si differenzia dal cielo cupo per il delicato riflesso della luna e per la sensazione di pulizia e limpidezza che trasmette anche la sera. Spesso, guardando quelle luci in lontananza si nota subito con piacere la mancanza di foschia, di quella foschia estiva e torbida che certi giorni nasconde un elemento essenziale al panorama tropeano che si può gustare da quasi ogni casa: le isole Eolie all’orizzonte. Guidati da questo pensiero ci si volta prima del tramonto verso ovest, per vedere il profilo turchese di Stromboli, e notare quella tipica nuvoletta tozza e schiacciata all’orizzonte che proviene dal cratere del vulcano, quasi a sembrare che lui, il vulcano, voglia farci un cenno per ricordarci di esistere ed essere ancora spettacolosamente attivo.

La scenografia perfetta per una vacanza romantica e poetica, quell’immagine delle Eolie e dello Stromboli all’orizzonte nelle serate di aria limpida. Quando dalle terrazze di Tropea si vedono sfocate da lontano le sue pareti ripide e scoscese si immagina e si ripensa alla loro tipica colorazione nera e alla sfolgorante striscia di lava che fluisce perennemente da uno dei lati del vulcano, che dalla costa calabrese non si può vedere ma impressiona qualsiasi turista che decida di fare una delle tante crociere quotidiane in traghetto o in aliscafo verso le Isole. Nei giorni di aria più tersa si riesce persino a vedere il timido grumo di case candide dei paesini stromboliani di San Vincenzo e Ginostra, che paiono eternamente in soggezione e sovrastati dall’inesorabile incombere del monte e dell’energia che esso custodisce.

E mentre il sole si accinge a calare dietro l’orizzonte – o forse dentro la bocca stessa del vulcano come avviene nei mesi di Marzo e di Agosto – le ultime barche che ritornano delle loro escursioni giornaliere iniziano ad illuminarsi in modo suggestivo navigando sugli specchi d’acqua in avvicinamento a Tropea e al braccio del porto turistico. Le sporgenze della rupe di arenaria formano ombre sempre più lunghe e la scia bianca delle spiagge inizia a perdere quel formicolio di persone per trasformarsi nel misterioso alloggio di maliziosi falò notturni. Difficile trovare un alloggio, a Tropea e dintorni, da dove non si possa osservare una delle tante prospettive del mare e della costa che offre una parte di questo spettacolo.


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