Tropea e i suoi dintorni: un luogo pieno di storia, di passioni, di conflitti e di tradizioni suggestive, che spesso provengono proprio dagli avvenimenti risalenti ai secoli in cui Tropea, antica cittadina nobiliare, dominava i paesi circostanti.
Dal giorno in cui il borgo tropeano era stato fondato nell’età antica, infatti, il numero dei suoi abitanti era aumentato progressivamente e aveva allargato il suo campo di potere a tanti piccoli paesini che la circondavano e che vivevano sotto la sua autorità: i “casali”. Dalla esistenza di questi villaggi gravitanti nel territorio tropeano trae origine quel detto, così comune nella zona della Perla del Tirreno, che recita: “sembra Tropea e i ventiquattro casali”. In realtà i casali tropeani non erano ventiquattro, almeno non nella prima metà del ‘700. A quell’epoca se ne conoscono ventitré. Ma inizialmente erano di più perché molti villaggi erano stati distrutti dalle incursioni dei pirati, come Cunidi, paesino vicino Zambrone ed altri due paesini della zona di Bordilla vicino Ricadi. I paesi governati da Tropea erano: Parghelia, Alafito, Zaccanopoli, Daffinà, Daffinacello, San Giovanni, Zambrone, Drapia, Gasponi, Santa Domenica, Ciaramiti, Brattirò, Caridi, Carciadi, Spilinga, Panaia, Lampazoni, Barbalaconi, Ricadi, Orsigliadi, Brivadi e San Nicolò. Questi villaggi erano quindi assoggettati a Tropea, che li governava fissandone le tasse, commerciandone i prodotti agricoli e indicandone anche i sindaci.
Non sempre, però, le cose tra Tropea e i casali andavano bene. In parecchie occasioni, infatti, i villaggi si ribellarono ai gravami fiscali imposti dai governanti tropeani e addirittura una volta, per poter sedare la sommossa capitanata dal pargheliese Leonardo Drago, dovette intervenire persino il Viceré di Spagna. Interessante come viene raccontato l’episodio dall’antico storico tropeano Scrugli: «Gravi molestie ebbe a subire l’università, mentre regnava Filippo IV; e ne fu causa, ma indiretta, una ribellione suscitata a Napoli dalla miseria della povera gente. Le enormi spese per la guerra terminata nel 1648 con la pace di Westfalia [la così detta “guerra dei trent’anni, n.d.r.], han prodotto grande deficienza di denaro e la Spagna, avendone molta necessità, è stata costretta a sottoporre a tasse tutti i traffichi e i contratti[…] Di siffatta ribellione non ha potuto restare indenne Tropea; chè, ritornato da Napoli un tale Leonardo Drago, marinaio di Parghelia, e volendo fare la scimmia al Masaniello, eccitò alla rivolta quel villaggio, e non solo».
Dopo la repressione di quella rivolta, non ci furono più tentativi di ribellione nei Casali tropeani; Tropea mantenne il loro dominio fino a quando in età napoleonica, con il decreto istitutivo dei Comuni e dei Circondari, i villaggi si affrancarono da Tropea e divennero essi stessi Comuni autonomi.
Oggi i casali sono i paesini turistici che circondano la più nota Tropea e, anche grazie alla peculiarità della loro storia, offrono oltre alle bellezze naturali espressioni culturali interessanti per il turista. Da vedere, per gli appassionati di storia e di tradizioni popolari, la mostra fotografica a Parghelia in onore della processione della Madonna di Portosalvo, la protettrice del paese, che rappresenta uno spaccato bellissimo della fede e della pietà popolare dei Pargheliesi. La mostra è intitolata “1919-2019: cento anni di devozione”; raccoglie delle immagini di elevato interesse storico che comprendono un arco temporale che parte dai primi del ‘900 (la prima foto è datata 1908) e termina con le foto più recenti. La carrellata di immagini possiede un alto valore storico-culturale e architettonico perché abbraccia un periodo di grandi cambiamenti nella struttura urbana di Parghelia e nella storia del meridione e mostra variazioni nell’abbigliamento dei fedeli, le modifiche alla rete stradale del paese, compresi scorci di antichi palazzi signorili poi abbattuti e vecchie case abbandonate.
Una iniziativa che si stabilisce come mostra permanente nel museo della memoria del paese, insieme a quella già esistente sulle rovine del terremoto del 1905 e sulla ricostruzione, e insieme al museo paleontologico. Quest’ultimo, in particolare, presenta molti fossili di età preistorica, clipeastri – un singolare fossile del Miocene superiore particolarmente abbondante nell’area del Monte Poro – e rare conchiglie. La mostra è aperta ai visitatori ogni giorno dalle 21 e 30 a mezzanotte.
Frazione molto suggestiva è anche Brattirò: il 25, 26 e 27 Settembre vengono festeggiati i SS. Cosma e Damiano. In questi giorni di festa viene allestito il mercato cittadino e delle giostre. Manifestazione che si svolge annualmente il 10 agosto è invece la “Sagra del Vino“, molto apprezzata dai visitatori. Per le vie del paese vengono venduti prodotti tipici, in particolar modo il vino che è la principale fonte economica del paese.