In calabrese Lu pizzu, in dialetto “rupe”, Pizzo Calabro è un borgo medievale in provincia di Vibo Valentia famoso anche per le sue numerose chiesette (se ne contano addirittura 12), incantevoli spiagge con grotte e insenature naturali, l’eccezionale vino allo zibibbo e la lavorazione ed esportazione in tutto il mondo delle pregiate varietà di tonno Callipo e Sardanelli (fresco/sott’olio).
Secondo una leggenda l’antico nome di Pizzo pare che fosse Napizia o città di Napitia, dal nome di Napizio o Napeto, il capo di una tribù greca (i Focesi) scampata alla guerra di Troia: è per questo motivo infatti che gli abitanti di Pizzo si chiamano napitini. Un’altra teoria invece riconduce l’origine di Pizzo ad un villaggio di pescatori del 1330 sorto nei pressi di un monastero basiliano.
Per visitare bene il centro storico di Pizzo vi consigliamo di parcheggiare a Marina di Pizzo (la maggior parte dei parcheggi hanno una tariffa a giornata) e naturalmente non dimenticatevi l’imperdibile sosta bagno nelle vicine spiagge di Michelino e Zambrone (a soli 30/40 minuti) considerate tra le piu’ belle della Costa degli Dei.
FONTANAVECCHIA, corso Giuseppe Garibaldi: vicina a Piazza della Repubblica, è una sorgente in granito di freschissima acqua ferrosa potabile risalente al XV secolo, un tempo utilizzata anche a scopi terapeutici (anemia, crisi depressive, malattie della milza) – anche detta “Garibaldi” in onore all’Eroe dei due Mondi che qui si fermò per bere coi Mille
CHIESA DI SANTA MARIA DI PIEDIGROTTA, località Madonnella, Via Riviera Prangi – un piccolo santuario di interesse artistico-culturale, considerato il secondo monumento piu’ visitato ogni anno dopo i Bronzi di Riace – raggiungibile percorrendo la SS 522, si trova nella periferia nord di Pizzo a circa 1 Km dal centro: è possibile parcheggiare lungo la strada perché vi si accede scendendo una lunga scalinata (essendo un luogo di culto, è richiesto un abbigliamento adatto) – interamente modellata all’interno di una roccia sedimentaria, è una cappella votiva in riva al mare che sorge sull’omonima spiaggia di Piedigrotta (oggi in inverno rimessaggio delle barche dei pescatori), al suo interno ospita anche una piccola fontana di acqua purissima.
Costruita dai marinai alla fine del XVII secolo in seguito al nubifragio di un veliero che portava a bordo l’effigie della Madonna di Piedigrotta protettrice dei pescatori (ogni anno il 2 Luglio si celebra una messa in suo onore) e la campana – all’interno è possibile ammirare gruppi di statue direttamente scolpite nel tufo (oltre 250) illuminate dal sole che penetra nella grotta, in particolare la statua di San Francesco di Paola protettore dei marinai – dallo scalpellino locale Angelo Barone che nel 1882 decise di ingrandire la grotta, seguito dal figlio Alfonso che dopo la sua morte proseguì il lavoro per 40 anni – raffiguranti episodi del Vangelo (vita di Gesu’), della vita di Maria e dei Santi, oltre a un altare in marmo, capitelli con angeli, bassorilievi con scene sacre e affreschi in parte andati perduti a causa dell’umidità e della salsedine, che ancora oggi rappresentano un problema. Il biglietto d’ingresso cumulativo del Castello Murat comprende anche la visita a questa Chiesa e ha un costo di 4,50 €